domingo, 13 de noviembre de 2016

Musica antica per uno strumento moderno

Giorgio Dellarole es un acordeonista que presenta obras de repertorio antiguo, enriqueciendo de este modo la difusión de un instrumento relativamente nuevo que necesita de repertorio y de intérpretes para poder desarrollar también el aspecto pedagógico del instrumento.

"Lo studio sistematico del repertorio antico ha le sue radici nel lavoro di Arnold Dolmetsch che, all’inizio del ‘900, ispirò un movimento piuttosto elitario basato sulla ricostruzione degli strumenti antichi.
La parola chiave per i pionieri dell’early music era “authenticity” (fedeltà storica), un termine introdotto dallo stesso Dolmetsch che, implicitamente, bollava come “infedele” la tradizione interpretativa in voga agli inizi del XX secolo.
Nel corso dei decenni, parallelamente all’espansione delle conoscenze nel campo interpretativo, organologico e tecnico, vengono messi in crisi alcuni dei “dogmi” che caratterizzavano il primo movimento dell’early music, provocando la mutazione del concetto di base che diventa quello di “historically informed performance” (esecuzione storicamente informata).
Nell’ottobre del 2007, in un’intervista pubblicata dalla rivista “Sistema Musica” di Torino, Fabio Biondi, violinista e direttore d’orchestra specializzato nell’interpretazione del repertorio antico, risponde in questo modo a Diego Marangon che gli chiede di parlare del passato, del presente e del futuro della prassi originale: “Questa prassi esecutiva ha vinto una grande battaglia: creare una coscienza storica e linguistica condivisa. Ora deve vincere quella legata al feticismo dello strumento. Per il futuro vedo una grande coalizione, guidata dalla conoscenza della documentazione e dalla coscienza di chi suona: a quel punto, che Bach venga suonato con il clavicembalo o con la fisarmonica non farà alcuna differenza.”

In questo caso il riferimento al nostro strumento è quasi un paradosso che serve ad affermare che, con la “conoscenza della documentazione” e con la consapevolezza dell’esecutore, allora addirittura con una fisarmonica si potrà suonare Bach, ma possiamo sostenere che lo spostamento dell’attenzione dallo strumento al linguaggio abbia aperto le porte al nostro e ad altri strumenti moderni."