Giorgio Dellarole es un acordeonista que presenta obras de repertorio antiguo, enriqueciendo de este modo la difusión de un instrumento relativamente nuevo que necesita de repertorio y de intérpretes para poder desarrollar también el aspecto pedagógico del instrumento.
"Lo studio
sistematico del repertorio antico ha le sue radici nel lavoro di Arnold
Dolmetsch che, all’inizio del ‘900, ispirò un movimento piuttosto elitario
basato sulla ricostruzione degli strumenti antichi.
La parola
chiave per i pionieri dell’early music
era “authenticity” (fedeltà storica),
un termine introdotto dallo stesso Dolmetsch che, implicitamente, bollava come
“infedele” la tradizione interpretativa in voga agli inizi del XX secolo.
Nel corso dei
decenni, parallelamente all’espansione delle conoscenze nel campo
interpretativo, organologico e tecnico, vengono messi in crisi alcuni dei
“dogmi” che caratterizzavano il primo movimento dell’early music, provocando la
mutazione del concetto di base che diventa quello di “historically informed performance” (esecuzione storicamente informata).
Nell’ottobre
del 2007, in un’intervista pubblicata dalla rivista “Sistema Musica” di Torino,
Fabio Biondi, violinista e direttore d’orchestra specializzato nell’interpretazione
del repertorio antico, risponde in questo modo a Diego Marangon che gli chiede
di parlare del passato, del presente e del futuro della prassi originale: “Questa prassi esecutiva ha vinto una grande
battaglia: creare una coscienza storica e linguistica condivisa. Ora deve
vincere quella legata al feticismo dello strumento. Per il futuro vedo una
grande coalizione, guidata dalla conoscenza della documentazione e dalla
coscienza di chi suona: a quel punto, che Bach venga suonato con il clavicembalo
o con la fisarmonica non farà alcuna differenza.”
In questo
caso il riferimento al nostro strumento è quasi un paradosso che serve ad affermare
che, con la “conoscenza
della documentazione” e con la consapevolezza
dell’esecutore, allora addirittura con una fisarmonica si potrà suonare Bach,
ma possiamo sostenere che lo spostamento dell’attenzione dallo strumento al
linguaggio abbia aperto le porte al nostro e ad altri strumenti moderni."